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Capriano, il Comune dice no alla centrale a biomasse

Voto unanime: il Consiglio di Capriano del Colle dice NO alla costruzione di una centrale a biomasse.

La Sei, Società Energetica Italiana incassa un forte dissenso circa la possibilità di costruire la centrale a biomasse, un impianto in grado di produrre energia elettrica e calore bruciando biomasse, scarti vegetali e semi energetici, come la colza (che, secondo alcune indiscrezioni, sarebbe coltivata in Sudamerica e trasportata nella bassa tramite nave). Il sindaco Claudio Lamberti plaude alla compattezza espressa dal Consiglio, un modo per ribadire con forza il parere contrario non solo degli amministratori ma anche della popolazione, di cui il Consiglio è espressione. Da parte loro le minoranze di Lega Nord e della lista civica hanno manifestato il loro rammarico per non essere state informate a dovere dall’amministrazione, a conoscenza del progetto da ormai due mesi, che si è limitata a chiedere il voto contrario.

Se il comune ha giocato le proprie carte nella delicata partita, ora la mano passa alla Conferenza dei Servizi, nella quale verranno messe sul tavolo tutte le potenzialità e le criticità di un impianto del genere (della potenza complessiva di 3,8 megawatt). Provincia di Brescia, Arpa ed Asl.

Fonte: www.bsnews.it

NO alla centrale!

CAPRIANO DICE “NO!” ALL’OLIO DI COLZA

Capriano Del Colle

C’è apprensione tra la popolazione di Capriano per un progetto di centrale ad oli vegetali (in prevalenza colza) da 3,6 megawatt che la srl Sei-Capriano vorrebbe realizzare in via Carlo Alberto Dalla Chiesa. La domanda è piovuta in Comune tre giorni dopo il cambio di amministrazione (18 maggio) ma la nuova giunta ha già espresso la sua contrarietà, visto che il paese è già sottoposto ad una pressione ambientale notevole per le emissioni provenienti dal traffico della Sp IX, della sp 19 e dai camini della fornace Danesi. La decisione finale è comunque nelle mani della Provincia.
Analizzando la scheda tecnica del progetto, si legge di quattro impianti non cogenerati, ognuno con due motori da 455 chilowatt di potenza, per un totale di circa 3,6 Megawatt. Ogni motore brucerebbe 112 chili di combustile l’ora (olio di colza, soia, palma, girasole) e tenendo conto che la centrale funzionerebbe 24 ore al giorno brucerebbe la bellezza di 21,5 tonnellate al giorno. «Il calore prodotto (500Kw) potrà essere utilizzato per le necessità impiantistiche ma anche per possibili future applicazioni», eventualmente quindi un piccolo teleriscaldamento.
LE EMISSIONI sarebbero complessivamente di 13mila metri cubi l’ora. E anche se sono previsti impianti per l’abbattimento fumi uscirebbero in atmosfera ossidi di carbonio (CO), polveri sottili (pm10) e ossidi d’azoto (No2). Netta la contrarietà della nuova amministrazione comunale, capitanata dal sindaco Claudio Lamberti. «Il nostro no alla centrale è inequivocabile – taglia corto il primo cittadino – Non una contrarietà per partito preso, ma dettata da precise motivazioni ambientali e di tutela della salute pubblica. La centrale produrrebbe rumore e emetterebbe inquinanti quali le polveri sottili Pm10, ossidi d’azoto, in un paese dove esiste già il peso rilevante di una fornace per la produzione di mattoni e la presenza di una discarica contenente Cesio137. Abbiamo dato mandato ad un laboratorio tecnico di effettuare l’analisi completa delle ricadute ambientali per valutarne la cumulabilità. È con dati certi in mano che suffragheremo il nostro no anche davanti alla Provincia nella prima conferenza dei servizi a metà luglio».
Lamberti, in seconda battuta, tocca anche il tema della non-sostenibilità di un impianto alimentato da oli provenienti da paesi extra europei (soprattutto America latina): «Non capisco come si possa parlare di produzione di energia sostenibile – chiude il sindaco – quando il trasporto di queste materie prime dall’altra parte del pianeta incide notevolmente sull’ambiente con il consumo di carburanti e inoltre la coltivazione di questi vegetali implica una crescente deforestazione».
NETTA ANCHE la posizione della Federazione dei Verdi della costituente ecologista di Brescia e provincia. Il responsabile Salvatore Fierro, che vive a Capriano, chiede che l’amministrazione mantenga la contrarietà e spiega che la centrale «è inefficiente e pericolosa in quanto il 20 per cento della combustione avviene con olio minerale, per ottenere un maggiore rendimento. Questo contribuisce alla produzione delle famigerate polveri sottili Pm 10 e Pm 2,5, che causano gravi disturbi respiratori. Inoltre non dà ricchezza al territorio perché il business avvantaggia esclusivamente i proprietari, grazie ai certificati regionali appositamente emessi per favorire tali impianti». I Verdi mirano al coinvolgimento della cittadinanza e alla creazione di un comitato nell’assemblea in programma il 5 luglio (20.30) a Palazzo Bocca.