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Metalli Capra: un errore respingere la mozione

Metalli Capra: un errore respingere la mozione

Allevamenti intensivi: ancora violenze

La tesi del caso isolato non regge piu’

Essere Animali ha realizzato una nuova indagine sotto copertura in allevamenti fornitori del circuito DOP, di cui fanno parte Prosciutto di Parma e Prosciutto San Daniele. Ancora una volta le immagini raccolte mostrano la brutalità degli allevamenti intensivi, dove gli animali vivono confinati in capannoni bui, sporchi e pochi operatori sono costretti a gestire migliaia di animali, finendo — come documentato anche in passato — a non percepire più il confine tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato e a commettere gesti di inaudita crudeltà.

Le immagini sono state ottenute con una telecamera nascosta da un investigatore sotto copertura assunto come operaio e sono state diffuse nell’edizione serale del Tg1 del 24 gennaio. I filmati mostrano animali colpiti con spranghe di ferro, inseguiti, afferrati per le orecchie, trascinati per metri sul cemento e infine gettati a terra. Gli operatori, non propriamente formati, trasgrediscono al Regolamento Ce n. 1/2005 e utilizzano il teaser direttamente sul muso dei maiali, in modo ripetuto, anche quando non reagiscono o non hanno possibilità di muoversi.

Diritti animali, un altro caso di maltrattamenti sui maiali. Cambiano gli allevamenti, non la brutalità

Le violenze e gli abusi non risparmiano scrofe e suinetti molto giovani: una scrofa rinchiusa in una gabbia parto viene presa a calci anche se non ha spazio per muoversi, mentre i suinetti sono scaraventati all’interno di un carrello o calpestati con gli stivali. Più volte, inoltre, l’investigatore ha assistito all’uccisione di maiali malati o deboli con metodi sbrigativi e dolorosi per gli animali.

Non è la prima volta che Essere Animali documenta simili comportamenti nei confronti degli animali, anche in altri allevamenti fornitori del circuito delle produzioni DOP. Di fronte a tali evidenze, la tesi del caso isolato non regge più.

Non solo crudeltà: anche tanto inquinamento

La Pianura Padana è la zona d’Italia più esposta all’inquinamento e allo stesso tempo quella in cui gli allevamenti sono più numerosi. Anche questo non è un caso. Un recente studio di Greenpeace Italia realizzato in collaborazione con Ispra evidenzia che nel nostro Paese riscaldamento e allevamenti intensivi sono responsabili del 54% di polveri sottili Pm2.5. Le stesse polveri che causano migliaia di morti premature ogni anno.

Secondo la classifica di Lancet sulle morti premature legate all’inquinamento atmosferico in Europa, Brescia e Bergamo sono le città in cui il Pm2.5 fa più morti in tutto il continente. Non è un caso che queste province ospitino oltre un milione e mezzo di maiali. Si pensi che nella provincia di Brescia il numero dei maiali supera quello degli abitanti.

Bisogna abbandonare il sistema di produzione intensiva

Per contrastare i comportamenti crudeli degli operatori e le numerose problematiche legate all’allevamento di animali, è necessario abbandonare il sistema di produzione intensiva. Per questo motivo, Essere Animali ha lanciato una petizione per la riforma delle leggi a protezione degli animali. A fianco a questo, è necessario intervenire sulle nostre abitudini quotidiane, riducendo il consumo di carne.

Secondo uno studio dell’Università di Brescia, circa 1500 morti premature ogni anno potrebbero essere evitate in Lombardia se i cittadini di questa regione dimezzassero il loro consumo di proteine animali. È chiaro che abbandonare il sistema intensivo è la chiave per migliorare non solo la vita di milioni di animali che vengono allevati nel nostro Paese, ma anche quella della popolazione e delle future generazioni.

Aiutaci a fermare le violenze sistematiche negli allevamenti intensivi: firma anche tu la petizione e scegli un’alimentazione cruelty-free.

DA: ll Fatto Quotidiano 26/01/2021