Archivio | luglio 2011

IL COMUNE VARA UN PIANO CONTRO LE ESONDAZIONI

CAPRIANO DEL COLLE. Negli ultimi anni anche la Regione ha speso parecchi milioni di euro per i vasi Garzetta, Fornaci, Verziano, Flero e Sorbanella.

Vigili del fuoco al lavoro dopo un'esondazione

Da anni a Capriano del Colle le esondazioni sono una costante. Il Comune (ma anche e soprattutto la Regione Lombardia) hanno speso parecchi milioni di euro e negli ultimi anni la situazione è migliorata. Ma bisognerà spendere ancora molto per scongiurare il pericolo; perciò la Giunta di Capriano ha approvatp un piano di «Interventi di protezione contro le esondazioni dei vasi Garzetta delle Fornaci, fiume delle Fornaci, fiume di Verziano, Flero e Sorbanella. 0pere propedeutiche allo scolmatore ed altre opere sulla Garzetta».
Ricordiamo che per gli interventi a Fenili Belasi la Regione Lombardia ha stanziato i seguenti finanziamenti: 258.200 euro nel 2002; un milione e 291.100 euro nel 2003 e, nello stesso anno, altri 2.582.300 euro. Venne definito il piano generale degli interventi di protezione dei territori di Capriano, Flero e Castelmella contro le esondazioni del vaso Garzetta delle Fornaci, del vaso Fiume delle Fornaci, del vaso Fiume di Verziano-Flero e del vaso Sorbanella e si decise di individuare un programma prioritario delle opere, da eseguire utilizzando i finanziamenti della Regione. Questo piano è stato predisposto dalla Società Aprica Studi e dallo Studio Pezzagno, riuniti in Ati. Il Piano tra l’ altro prevedeva, con priorità e somma urgenza a Fenili Belasi «l’ esecuzione delle opere di risezionamnto idraulico del vaso Garzetta fino allo scarico nel Fiume Mella». I Comuni di Brescia, Capriano del Colle, Castelmella, Flero e la Federazione delle utenze del Fiume Mella, hanno sottoscritto il relativo accordo di programma e si sono impegnati nell’esecuzione delle opere idrauliche previste. Ora, secondo il Piano generale, servono altri 1.024.000 euro. E la Giunta comunale ha già approvato il progetto preliminare predisposto dall’ Ati A2A Calore e Servizi srl (società di ingegneria) e dallo Studio Pezzagno, riguardante gli interventi già citati di protezione contro le esondazioni. E’ stato anche deciso di chiedere la concessione del relativo contributo alla Regione Lombardia.
D’altra parte questi interventi sono già previsti da tempo ed erano stati infatti inseriti nel programma triennale delle opere pubbliche 2010-2013. Meglio prevenire i disastri ambientali che intervenire a posteriori. Purtroppo però la Lombardia è una delle poche regioni italiane che spendono per la prevenzione.

La palazzina di Fenili Belasi crollata nel maggio 2010

ROLFI: «Da Brescia il no ai rifiuti napoletani».

IL CASO. Dopo l’approvazione dell’odg in Parlamento insorge la Loggia. Categorico il vicesindaco, che smentisce l’ipotesi di smaltire in via Lamarmora la spazzatura campana.

L'inceneritore di Brescia nel quartiere Lamarmora

La questione resta, per ora, nel limbo delle possibilità, ma a scanso di equivoci, è il vicesindaco Fabio Rolfi a giocare d’anticipo, assicurando che «a Brescia non arriverà la spazzatura campana».
Una presa di posizione innescata dall’approvazione, alla Camera, dell’ordine del giorno del Pd che impegna l’Esecutivo «a proporre con la massima urgenza ogni iniziativa normativa che consenta lo smaltimento di rifiuti solidi urbani dalla Campania alle regioni del Nord». Con preciso riferimento al termovalorizzatore di Brescia o ad altri impianti settentrionali di A2A.
«SMENTISCO categoricamente che possa arrivare anche solo un rifiuto da Napoli – scandisce Rolfi -: i cittadini devono sapere che l’ordine del giorno che impegna il Governo a consentire il trasporto dei rifiuti campani al Nord è stato presentato dal Pd e approvato con i voti dei parlamentari bresciani».
Quanto al peso vincolante del documento, il vicesindaco spiega coem sia «solo un ordine del giorno che non ha quindi valore coattivo», e con i deputati non ci va leggero: «il Pd ha tentato ancora una volta di scaricare sulla città e sui bresciani le inefficienze delle giunte di sinistra nel gestire basilari compiti amministrativi come lo smaltimento dei rifiuti». La deduzione di Rolfi viene da se: «Ormai è inequivocabile: il Pd vuole a Brescia la spazzatura di Napoli».
Non tarda nemmeno la risposta del deputato bresciano del Carroccio, Daniele Caparini, che definisce «demenziale» documento del Partito democratico: «Ancora i compagni del Pd propongono deroghe al sacrosanto principio per cui ognuno smaltisce i rifiuti che produce. Abbiamo già speso 2 miliardi in sei anni per l’incapacità dei politici partenopei e ora, per il Pd, dovremmo respirare pure i loro rifiuti; menomale che non governano loro».
DA A2A nessuna presa di posizione ufficiale, visto che in via Lamarmora non sarebbe arrivata alcuna comunicazione. Anche perchè oltre al profilo politico, da valutare ci sarebbe quello tecnico, a partire dal ruolo decisionale di governatori regionali e istituzioni comunali, senza dimenticare la capacità strutturale degli impianti, a Brescia o altrove.

Fonte: Mara Rodella per BresciaOggi.it

Il «NO» alla centrale a olio ha messo tutti d’accordo!

CAPRIANO. Approvata all’unanimità dal Consiglio comunale la delibera di contrarietà all’opera. L’assessore Tedoldi non fa sconti ai tecnici della Sei presenti in aula: «Impianto troppo vicino alle case e poi c’è il rischio inquinamento».

Veduta aerea di Capriano del Colle

Il fronte del «no» si allarga a macchia d’olio. E non potrebbe essere altrimenti considerato che la centrale della discordia dovrebbe essere alimentata da sostanze vischiose naturali.
Contro il progetto che la Sei vorrebbe realizzare a Capriano in via Dalla Chiesa si è espresso ora all’unanimità il Consiglio comunale. Una presa di posizione strategica per il destino dell’opera considerato che, anche se il Comune non ha parere vincolante sull’esito dell’iter di autorizzazione in carico alla Provincia, la delibera chiesta con forza anche dal comitato ambientalista, peserà come un macigno «quando si andrà alla conferenza di servizi a settembre» ha spiegato il sindaco Claudio Lamberti. Breve ma efficace la premessa in aula dell’assessore all’Ambiente, Leonida Tedoldi, che ha ricordato le controindicazioni dell’impianto. «La centrale – ha rimarcato -, dovrebbe sorgere a 50 metri dalle abitazioni nonostante gli stessi esperti ne consigliano la collocazione lontano dal centro. Ci sono poi altri problemi di natura ambientale come la massiccia produzione di Pm10, il consumo di circa 7 mila tonnellate annue di oli e il continuo afflusso di camion per l’approvvigionamento del combustibile proveniente dal sud America e stoccato a Ravenna», Senza dimenticare il consumo idrico legato alle migliaia di litri d’acqua utilizzati per il raffreddamento delle pompe e la questione inquinamento acustico.
PROBLEMATICHE SOTTOPOSTE dall’Amministrazione civica alla Sei che dal canto suo difende a spada tratta la sostenibilità dell’impianto, definendolo a zero emissioni. «Si tratta – si legge fra l’altro nella relazione della società di Brembate – si un impianto alternativo alla produzione di energia con gas e idrocarburi». Accogliendo l’invito del sindaco, i tecnici della Sei non hanno comunque parlato in aula per non alimentare la protesta in una sala gremita di pubblico. Mobilitata dal comitato Salute e ambiente, la comunità segue la vicenda con trepidazione e interesse: emblematico l’applauso che ha accolto l’approvazione della delibera che fa il paio con le oltre novecento firme raccolte contro il progetto. A margine della seduta c’è stata anche una comunicazione del sindaco in merito alle lettere anonime recapitate nei giorni scorsi a diversi consiglieri di maggioranza e opposizione, contenenti una fotocopia di un articolo di un quotidiano nazionale di 4 anni fa, che riportava il nome di Alberti finito casualmente in una intercettazione telefonica con un imprenditore della logistica lombarda, in seguito arrestato. «Una intercettazione assolutamente insignificante – ha spiegato Lamberti – visto che all’imprenditore poi indagato avevo avanzato solo una lamentela di tipo lavorativo. Tant’è che non sono mai nemmeno stato né ascoltato né convocato dalla magistratura». Una telefonata quindi incidentale, che avrebbe dovuto finire al macero in quanto estranea alle indagini.
«Spiace che si rivanghi quella leggerezza giornalistica, di cui ho comunque chiesto una rettifica, disposto comunque a difendere la mia onorabilità anche in sede giudiziaria».

Fonte: Pietro Gorlani per BresciaOggi.it

RIFIUTI DI NAPOLI AL NORD: spunta l’inceneritore di Brescia.

IL CASO. In Parlamento passa l’impegno a «proporre ogni iniziativa urgente che consenta trasporto e smaltimento». Alla Camera approvato l’ordine del giorno del Pd: «L’esecutivo verifichi se A2A può smaltire l’immondizia della Campania»

L'inceneritore di Brescia

Per ora è solo un ordine del giorno, ma in futuro la possibilità che a Brescia arrivino i rifiuti campani potrebbe diventare una realtà. Ancora una volta dopo il 2008, quando la prima emergenza napoletana (anche se fa sorridere datare un’emergenza che con diversi picchi è sostanzialmente cronica in Campania) aveva lasciato intravedere massicce «spedizioni» di rifiuti verso l’inceneritore bresciano. Allora Formigoni ad un certo punto «aprì» a conferimenti dal Mezzogiorno: migliaia tonnellate di ecoballe avrebbero potuto finire bruciate in via Ziziola.

Ora la prospettiva torna concreta: alla Camera è passato ieri pomeriggio un ordine del giorno presentato dal Partito democratico. Il documento impegna il Governo «a proporre, con la massima urgenza, ogni iniziativa normativa urgente che consenta il trasporto e lo smaltimento di rifiuti solidi urbani dalla Campania a tutte le regioni italiane in deroga ai principi riportati nella parte IV del codice ambientale».
Ma non finisce qui. Nell’Odg presentato dal democratico Alessandro Bratti c’è un preciso riferimento alla nostra città e in particolare al suo termovalorizzatore. Un riferimento che trova senso nel fatto che Partenope Ambiente, società impegnata sul fronte dello smaltimento in Campania e gestore dell’impiano di Acerra fa parte del gruppo A2A. Così in vista di un possibile approdo di rifiuti solidi urbani a Brescia si invita l’Esecutivo a «verificare se gli accordi tra la società A2A e la sua controllata Partenope Ambiente possono consentire lo smaltimento di una parte dei rifiuti urbani campani oltre che quelli speciali nell’inceneritore di Brescia» o in altri impianti del Nord gestiti dalla società di via Lamarmora.
Un impegno dunque, non ancora una norma cogente quello votato ieri alla Camera e che ha visto il Governo andare sotto. Il che significa che non è che domani ai cancelli di via Ziziola si presenteranno i camion con targa di Napoli, ma che uno scenario futuro del genere potrebbe realizzarsi.
«L’ordine del giorno dimostra in quale considerazione il Pd tenga le Regioni del nord. Nell’ottica della sinistra il Nord diventerà la discarica non solo di Napoli, ma di tutta la Campania. Ancora una volta si dimostra che l’unica forza politica che difende il nord dai soprusi di questo Stato centralista è la Lega. In ogni caso l’ordine del giorno non ha alcun valore cogente e pertanto vigileremo affinchè esso non abbia seguito» ha subito reagito il vice ministro della Lega Nord Roberto Castelli. Immediata la replica del presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli: «Il nord sarebbe la discarica delle Campania? Ma se per anni in Campania sono arrivati proprio dal Nord migliaia di tir di rifiuti tossici sversati illegalmente. Castelli e la Lega dovrebbero imparare il valore della solidarietà».
Ieri, intanto, il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, ha incontrato il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, a Palazzo Chigi. Un incontro che il primo cittadino partenopeo ha definito «molto proficuo. Abbiamo detto al premier che Napoli non ha bisogno di leggi speciali».

ECOCOMPATIBILITÀ: Brescia perde 9 posti!

L’INDAGINE ISTAT. Molte ombre e qualche punto d’eccellenza nella tradizionale fotografia degli indicatori ambientali: la città scivola dalla 22ª alla 31ª posizione. Bene acqua e verde pubblico. Ma i consumi di gas ed energia, i rifiuti prodotti e le automobili continuano ad aumentare.

Brescia. Brescia è sempre meno ecocompatibile. Lo rivela il rapporto sugli indicatori ambientali urbani diffuso ieri dall’Istat. È un quadro con tante ombre e poca luce, al punto che la città in un solo anno ha perso ben nove posizioni nella classifica nazionale guidata da Trento e chiusa da Siracusa, slittando dalla 22esima alla 31esima.

ARIA. Uno degli elementi che concorrono alla performance negativa è ovviamente la qualità dell’aria. Le centraline di monitoraggio nel tempo si sono dimezzate e nel 2010 erano ferme a 2,1 ogni 100mila abitanti (nel 2000 4,1), gli inquinanti sono passati in un decennio da 6 a 13. I giorni di supero però secondo l’Istat hanno subito un’incredibile diminuzione: erano 100 nel 2009, sono stati «solo» 89 nel 2010. Un dato comunque ben superiore alla soglia di 35 giorni fissata dall’Europa.

ENERGIA. Anche il capitolo energia non dà soddisfazioni. I consumi di gas, se pure inferiori a quelli del 2000 (368,5 metri cubi all’anno) sono aumentati passando dai 287,6 metri cubi pro capite del 2009 ai 325 dell’anno scorso. Così anche l’energia elettrica (da 1.091,7 a 1.145,9 kiloWattora per abitante; da 2.289,7 a 2.409,7 kiloWattora per utenza). Brescia può comunque contare sulla presenza virtuosa del teleriscaldamento, e inizia anche a sperimentare il fotovoltaico. L’estensione dei pannelli installati sugli edifici comunali è cresciuta infatti dai 1,1 metri quadri per mille abitanti del 2007, ai 7,4 del 2009 fino ai 9 del 2010.

RIFIUTI. Un punto «dolente» resta l’igiene urbana. Nonostante gli sforzi messi in campo in termini di sensibilizzazione, il rapporto Istat rivela che i bresciani continuano a produrre molti rifiuti: un calo rispetto agli anni scorsi si è verificato (nel 2007 erano 803,2 i chilogrammi pro capite), tuttavia dal 2009 (729,1 chilogrammi) al 2010 (749,8) la situazione è andata ancora peggiorando. Si resta comunque ben sopra la media nazionale di 609,5 chilogrammi per abitante. Stenta a decollare in pieno anche la differenziata se è vero che, come rivelano i dati del rapporto, in un anno è aumentata solamente di 0,2 punti percentuali (da 40 a 40,2). Pare insomma lontana la meta del 50 per cento.

TRASPORTO PUBBLICO. Mentre diminuisce la domanda di trasporto pubblico (da 175,3 a 173,5 passeggeri per abitante), non accenna a calare il numero di autovetture che passano da 658 a 658,9 ogni mille cittadini. Il tasso di motorizzazione si mantiene dunque elevato, e in continua crescita con il passare degli anni.

ACQUA. Consolano invece i dati sui consumi idrici, che negli anni hanno registrato un progressivo calo. Dopo il picco dei 91,2 metri cubi per abitante nel 2004, i numeri sono andati diminuendo fino a raggiungere nel 2010 il record positivo di 70,9 metri cubi. Bene anche il fronte degli impianti di depurazione: ormai la totalità della popolazione può contare su acqua «pulita».

VERDE. Brescia si mantiene tra i comuni con densità di verde urbano a gestione comunale maggiore della media dei capoluoghi di provincia: è al settimo posto della classifica nazionale. I parchi sono un fiore all’occhiello per la città, e ammontano al 29,1 per cento del suolo. Ogni abitante conta su 136,9 metri quadri di verde. Una magra consolazione, considerando che, come rivela il rapporto, l’aria che si respira non è delle migliori. Anche nei giardini pubblici.

Fonte: Natalia Danesi per BresciaOggi.it